Personaggio

Gino Morici: la vita e le opere

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Gino Morici, nato a Palermo nel 1901, è stato un affreschista, scenografo, decoratore, incisore e illustratore di libri, personaggio eclettico e maestro indiscusso.

 

Esordisce nel 1925, vincendo il Pensionato Nazionale di Decorazione e a partire dal 1931 insegna decorazione e scenografia all’Accademia delle Belle Arti di Palermo.

 

Esercita un’intensa attività artistica anche al di fuori delle esposizioni d’arte e dei premi ufficiali.

 

Svolge la sua attività di scenografo e costumista per il teatro di Anton Giulio Bragaglia di Roma, per il Massimo di Palermo e per il Bellini di Catania.

 

E’ anche scenografo e costumista cinematografico di svariati film, fra cui “In nome della legge” di Pietro Germi, in Italia e all’estero: a Parigi, Bruxelles, Buenos Aires e New York.

 

Si occupa anche di architettura d’interni, sistemando Palazzo Corner e il Museo Nazionale di Venezia, il Palazzo del Governo di Torino e la villa Paino di Palermo.

 

Come illustratore lavora per le case editrici San Paolo di Torino, Tumminelli di Milano, Ires di Palermo e Danna di Messina.

 

Poche le sue mostre personali (Catania, Siracusa, Roma e Cagliari), oltre alla Galleria La Tela (Palermo, 1972) e all’Accademia delle belle arti (Palermo, 1980), specie se rapportate alla sua vasta produzione di pittore e incisore.

 

Punto nodale della sua formazione è Giò Ponti, l’architetto maestro dell’eclettismo dèco della Milano e della Firenze degli anni ’30.

 

L’assimilazione del segno decorativo del maestro milanese, sia nel campo della decorazione d’interni sia negli arredi e nel design, e la personale interpretazione di questi stimoli, fanno di Morici uno dei maggiori esponenti, con Paolo Bevilacqua e Francesco Fichera, del Dèco in Sicilia.

 

Nel 1956 progetta La Città dei Ragazzi e Casa Savona.

 

Morici riserva alla pittura il suo tempo libero, i suoi momenti di relax, non inquadrabile in un preciso stile pittorico se non in una sorta di espressionismo astrattizzante, di moda nell’immediato dopoguerra, che si accompagna all’interesse per il mondo degli hidalghi.

 

Pittore di affreschi in edifici pubblici e privati


Vince numerosi concorsi per la decorazione muraria di edifici pubblici, come quello della Banca d’Italia di Palermo nel 1920.

 

Nel 1932 affresca il Palazzo delle Poste di Caltanissetta, nel 1933 quello di Palermo e nel 1937 il Palazzo del Governo di Ragusa.

 

A Palermo decora il Comando dell’Aeronautica, l’Ospedale della Rocca, la sede centrale della Cassa di risparmio Vittorio Emanuele e l’Istituto di agraria.

 

Nel 1934 dipinge l’Allegoria dell’Italia, un olio su tela rettangolare (3,86 x 2,00 metri) con gli angoli superiori smussati posto nel primo piano dell’ex sala del telegrafo del Palazzo delle Poste di Caltanissetta.

 

Nel dipinto il pittore mostra l’adesione al ritorno all’ordine, affrontando le tematiche care al Regime: il lavoro e la fatica umana, nonché la vocazione agricola e marinara dell’Italia.

 

L’artista decora anche il salone del pubblico, adiacente alla sala dei telegrammi, con l’amico Gaetano Sparacino, cui sono state attribuite le decorazioni dei riquadri del soffitto e dei bordi laterali “giostrate su geometrie diverse e su elementi floreali caratterizzati da delicate cromie che ricordano superate esperienze liberty”.

 

L’ex Palazzo delle Poste di Caltanissetta è oggi sede di Banca Sicana, che al fine di dare il proprio contributo allo sviluppo culturale del territorio, ha allestito un’esposizione d’opere d’arte permanente delle opere del noto pittore palermitano, divenendo primo esempio in Italia di “Banca Museo”.